Il voto delle donne italiane: settanta anni e oltre.
1906 - La vicenda delle dieci maestre marchigiane
A cura di Daniela Giarda del gruppo volontari Biblioteca
SABATO 18 MARZO 2017 ORE 11
SALA GENOCCHIO BIBLIOTECA CIVICA "NEGRONI"
Corso Cavallotti 6 - Novara
Il voto delle donne in Italia è stato concesso il 1 febbraio 1945, ma ci sono voluti settantaquattro anni affinché le donne potessero vedere riconosciuto il diritto di partecipare attivamente alla vita politica del paese.
Settantaquattro anni intensi durante i quali le donne hanno perseguito ostinatamente il loro obiettivo nonostante la mancanza di risultati concreti, dato che le ripetute petizioni presentate non vennero mai accolte dal Parlamento.
A furor di popolo le donne dovevano vigilare al buon funzionamento della famiglia e all'educazione dei figli, questo il ruolo esclusivo delle donne. Per il resto sul piano giuridico si ribadiva la subordinazione della moglie al marito anche tramite l'istituto dell'autorizzazione maritale, quello per cui le donne non potevano neppure disporre dei propri beni.
Una storia a più voci e tra queste la vicenda significativa delle dieci maestre marchigiane, che nel 1906, per alcuni mesi, ottennero l'iscrizione all'albo elettorale. Se per le donne italiane oggi votare è un diritto lo si deve anche a loro. Precarie. Di modesta estrazione sociale. Lontane dalla politica. Furono loro le pioniere del femminismo nel nostro Paese che, nel 1906, quarant'anni prima del riconoscimento del suffragio universale, chiesero alla Commissione elettorale di Ancona di essere iscritte nelle liste dei comuni di Senigallia e Montemarciano.